Hero Sudtirol 2021

Giornata importante quella di oggi 12 giugno 2021. E’ il giorno della Hero e della Carso Trail. Entrambe con rappresentanza degna di nota di atleti MBC Trieste. Ma qui parleremo della Hero di Piero Boldrini e di Riccardo Ieserscech.

Intanto iniziamo con il congratularci con Piero Boldrini che porta a casa il 4° posto di categoria M4 nella 60Km con un tempo invidiabile di 4:41:42. Per un istante c’era stata addirittura la speranza che fosse arrivato terzo, ma la classifica finale tiene giustamente conto delle partenze scaglionate. Considerando che la categoria conta ben 139 atleti, il risultato è impressionante.

Piero ormai è un veterano di questa gara non avendo mai mancato un’edizione (da quando è diventato ciclista full-time) e avendo già sperimentato l’emozione di cimentarsi sia sul percorso corto che nel durissimo, anzi, più duro del mondo (a detta degli organizzatori) percorso lungo.

Ed è proprio nella sua versione più dura e lunga che Riccardo Ieserscech, compagno di avventura di Piero, si è cimentato quest’oggi, chiudendo la gara (o forse meglio dire, la tortura) in 8:30:09, 97esimo di categoria (su 224 atleti).

Riccardo Iesersceh

 

Partiamo dalla cena in camper la sera di venerdì 11 giugno, con proposta oscena a Piero: “scolta Piero, te vol che sta sera se incarighemo come scimmie, domani mattina partimo e provemo a far el Dantercepries (primo passo della partenza), con vomitini vari, mal de testa e fumi ancora circolanti de alcool, filmando e immortalando el tutto, poi se Dio ne iuta rivemo a Corvara (discesa in single track bellissima), se fermemo e tornemo con la navetta alla base (Selva di Valgardena). Il tutto lo femo per cambiar el solo pomeriggio de domani de probabile gloria per eventuali “temponi” che podessimo far (…) con EROI PER SEMPRE! Te ghe sta?”. Silenzio tombale con sguardo fisso incredulo: Proposta non accettata. Lo immaginavo. Quindi cena a base di pastasciutta in bianco accompagnata da un solo bicchiere di buon Lagrain locale per Piero mentre per me pasta con abbondante sugo e tre buoni bicchieri del suddetto.

Sveglia ore 6: Colazione dei campioni con marmellata su fette biscottate, 3 biscotti, succo di frutta e una buona tazza di caffè seguita dalla vestizione di squadra MBC. Antipioggia si o antipioggia no? Guanti lunghi o guanti corti?quanti gel? E quante barrette? Con il pensiero fisso che comunque anche sta giornata in qualche modo finirà.
Sono in griglia di partenza alle ore 7:35, ben consapevole degli 87 km e 4000 metri di dislivello che mi avrebbero riportato in quello stesso punto circa 8-9 ore dopo, ma il pensiero lo convogliavo sul panorama. Dio che bei posti! Lo speaker adrenalinico e gli AC/DC con Thunderstruck a bomba mi hanno accompagnato sotto la linea dello start.

Durante la gara contavo i passi (di montagna) fatti che mi avvicinavano sempre più alla tanto temuta Ornella: fatta quella, la gara ritorna “umana”. Invece niente: un crampaccio infinito al quadricipite interno mi ha accompagnato fino al passo Duron, l’ultimo passo, poi avevo ancora “soltanto” 600 metri di dislivello (con 3500 già nelle gambe crampate) e avrei risentito la musica di bentornato a Selva di Valgardena.

Il tempo passa e butto un occhio sul Garmin che è in auto-pausa e risparmio energetico dello schermo quindi l’unico valore reale al quale potevo fare riferimento era l’orologio perché il dislivello sembrava completamente sfalsato e i kilometri irreali.

Dai Ricky dai! Manca poco! Te ghe la sta fazendo… dai!”. Entro nel single track finale. La musica è sempre più forte. In lontananza vedo l’asfalto con le barricate, il pubblico e soprattutto sento la musica che mi aiuta a dare i colpi di pedale finali con il sorriso sul viso.

Mi ritrovo, infine, con la birra in mano dopo 8 ore e 30 nello stesso punto in cui ero partito, dimenticando il dolore, la fatica e soprattutto pensando “Dio che bei posti!”

Piero Boldrini

Parto col racconto dalla fine, dal de-breefing che ho fatto oggi (il giorno dopo la Hero) in compagnia di Riki e Alessio durante il finto scarico tra Falzarego e Campolongo.
Giro sicuramente fantastico ma che di “scarico” aveva ben poco.
E’ proprio durante il de-briefing che pensavo al terzo posto di categoria che è durato giusto quel poco di tempo sul mio cellulare prima che riaggiornassi la classifica per poi sfumare e farmi slittare al quarto posto. Sono comunque contentissimo, ho dato tutto, ma mi chiedevo: se avessi saputo che il terzo era 40 secondi secondi avanti, che cosa avrei fatto?
Di fatto era impossibile saperlo, il terzo è partito in un’altra griglia quindi non era prevedibile. Quello che so è che a tre quarti di gara sapevo di essere in vantaggio sul mio ultimo tempo Hero 2019 e ho pensato di portare a casa un ottimo (per me) risultato limitando i rischi nella parte finale. Gara nel complesso gestita bene nonostante il power meter che da subito mi ha fatto incazzare, mostrando valori a caso. Ho iniziato ad insultarlo già sulla prima salita visto che segnava watt troppo bassi. Inizio a spingere per far alzare i numeri ma lo strumento non mi cag…ehm… non risponde ai miei stimoli. Finisco la prima salita in 5 minuti meno rispetto al mio tempo migliore. Fanc@@# il Garmin che oltretutto era in modalità strada e andava in autopause. Cambio schermata e metto quella turistica con la mappa e le freccine, tanto ci capisco poco e non vado molto d’accordo con questi strumenti ma almeno mi teneva compagnia e inizio finalmente ad andare avanti a “sensazione’. È stata la scelta giusta: ogni tanto guardavo l’ora e il cardio e fine. Ho fatto bene anche le discese. Laddove nelle edizioni precedenti scendevo e mettevo giù i piedi, stavolta andavo giù più sicuro e veloce. Anche se resto comunque scarso in questa pratica, mi sono difeso discretamente, complice anche la sicurezza che mi dà il nuovo abbinamento ruote/forcella con le giuste pressioni delle coperture unite agli inserti.
La Hero per me resta la Hero. A tanti non piace. Io invece la sento sempre più la “mia gara”.
Organizzazione pazzesca, emozioni che tra paesaggi e tutto il contorno nessuna altra gara mi dà. Stavolta mi sono anche guardato in giro godendo delle bellezze del Patrimonio Unesco tra Sellaronda, Città dei Sassi, Sasso Lungo e ho anche risposto gentilmente (invece di mandarlo “in mona”) a chi mi chiedeva come mai i miei mozzi facevano tutto quel casino (rumor de pila ndR).
Chiudo in 4:41,42,55 overall, quarto di cat M4 e primo dei triestini.
Ora si tratta di capire se la rifarò nel 2022…difficile scelta (ma noi sappiamo già la risposta ndR)

Classifica finale M4 86Km

Classifica finale M4 60Km

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